
Questo in foto è il primo
modello di Piastrino Italiano, spesso chiamato anche piastrino
da cappotto per via che aveva quattro buchi ai lati e poteva
essere cucito all'interno del vestiario, era un seplice
lamierino inciso con inchiostro zincografico.
Questo modello è stato utilizzato anche durante la seconda
guerra, un modello che sicuramente non è riscito a fare quello
per cui era stato creato, perché essendo un piastrino cucito
su un indumento non sempre riusciva a far identificare il
soldato morto e se veniva lasciato sul corpo del soldato non
poteva essere riportato al comando per la verbalizzazione
della morte.

Questo
in foto, incompleto e con immagina presa dalla rete, era il
classico piastrino che ci fa immediatamente pensare alla
Grande Guerra!.
Era una sorta di scatolina che si richiudeva e al cui
interno custodiva un fogliettino con riportati tutti i dati
del soldato, questa volta il piastrino poteva essere
tranquillamente messo al collo, quindi seguire sempre il
soldato, ma anche in questo caso lo scopo dell'utilità di
questi oggetti non era proprio il massimo, un foglietto solo
scritto a penna che naturalmente poteva diventare illegibile
a causa della pioggia, per cui spesso inservibile a fare il
suo lavoro.

Questo l'ultimo modello
di piastrino Italiano, due lastrine metalliche incise con
tutti i dati del soldato.
A differenza degli
altri due modelli, non avevano problemi che l'inchiostro si
potesse cancellare ed il fatto di essere composto da due
lastrine identiche faceva si che in caso di morte del
soldato una piastrina poteva essere sepolta insieme al
soldato mentre l'altra portata al Comando per redigere il
verbale di morte
Normalmente su
questo piastrino veniva riportato il numero di matricola, il
numero del distretto, nome e cognome del soldato e nome e
cognome dei genitori del soldato ed il Comune di residenza
all'atto dell'arruolamento.
Purtroppo questi
piastrini non avevano uno standard preciso per essere
incisi, per cui potevano essere aggiunte informazioni
diverse come pure essere tolte, non calcolando che in molti
casi c'erano veri e propri errori di battitura, errori che a
volte rendono difficile la ricerca dei parenti.
Tra gli errori più
frequenti trovati nel corso delle ricerche, oltre ai vari
errori ortografici sui nomi e cognomi e a volte anche sui
paesi, abbiamo notato che a volte mettevano la provincia di
residenza del soldato, e non il paese esatto, cosa che crea
qualche problema nella ricerca dei familiari, errori sul
paese segnato che non corrispondeva al numero del distretto,
spesso perchè segnato il paese di nascita ma all'atto
dell'arruolamento il soldato viveva in una provincia
diversa.
Questo in foto è un
classico esempio, sbagliato il cognome, era Margaria e non
Margaira, sbagliato il cognome della mamma, Inaudi e non
Inandi e sbagliato il Paese, Busca e non Bisca.
Quanta pazienza a
volte!!!